...e con questo non intendo i fottuti giocattoli teleguidati che tanto vanno per la maggiore sui fronti caldi in questi giorni e per i quali i mezzi di disinformatia di massa del Regime ci tediano l'esistenza quotidianamente.
No, intendo proprio i droni... droni, nell'accezione letterale del termine, cioè le legioni di imbambolati, senza un briciolo di costrutto o di iniziativa, che lavorano come altrettanti robot decerebrati nelle maggiori catene di distribuzione nazioAnale.
Sì, intendo proprio i tanti dipendenti di questa o quella dannata multinazioAnale, specializzata nel commercio al dettaglio online, prima fra tutte, il consesso di droni - per l'appunto - che lavora per Bezos.
Ora, non so se dipenda da atti spontanei di sabotaggio nei confronti di chi gli paga lo stipendio (ed intendo noi, gli utOnti finali, che la roba la acquistiamo e la paghiamo - tutta e subito - con i nostri sudati quattrini) ovverosia per crenitismo indotto da menefottismo o fancazzismo, per cui - alla faccia della ideologia corporativa, che vuole che ogni singolo ingranaggio della macchina, anche il più piccolo e/o apparentemente insignificante, manifesti spirito di iniziativa ed intraprendenza - si comportano tutti, indistintamente, come altrettanti droni, per l'appunto, che eseguono a macchinetta le loro operazioni senza minimamente badare a quel che accidenti stanno facendo ovvero alle eventuali, più che probabili conseguenze che il loro comportamento potrebbe provocare.
Stupidi ingranaggi senza un briciolo di cervello o di iniziativa.
Perché bisogna essere dei robot decerebrati (nell'accezione più pura del termine, così come coniato da Karel Čapek nella sua opera più celebre - R.U.R. - nel 1920) per non rendersi conto che stai facendo una cappellata formato pro o forse dovrei dire: formato famiglia, viste le dimensioni.
Immagino vi sarete chiesti cosa volesse significare l'amena fotografia in testa a questo post ed ora ve lo spiego. Quella che vedete è l'ultima consegna che ho ricevuto da Amazon. Come potete apprezzare, hanno usato uno scatolo 50x30x10 per spedire un cazzo di cavo di prolunga da 10 pl€ure.
Per contro, negli ultimi mesi - diciamo a partire dal luglio dell'anno testé trascorso - hanno spedito ogni sorta di merce e/o materiale, specialmente se del tipo costoso e pregiato, in imballaggi pressoché inconsistenti, nello specifico dentro delle buste di carta spessa (o cartoncino molto leggero, fate vobis), con conseguenti, inevitabili danni a quanto in esse contenuto e conseguenti, inevitabili passeggiate per effettuare una catasta di resi.
Dal momento che non sono uno che le manda a dire, in più occasioni ho contattato il servizio di assistenza clienti per far presente il fatto, perché passi una volta, magari la seconda ma dalla terza in poi, il dato diventa statistico, nel senso che lo state facendo apposta!
Dal momento che, personalmente, conosco qualcuno che ad Amazon ci lavora (ed intendo proprio a magazzino, dove smerciano e confezionano le merci), ho chiesto lumi su cosa cazzo stiano combinando ergo, dove abbiano la testa tutti quanti per fare cappelle siffatte.
La risposta - imbarazzante e che spero sia dettata da mera propaganda difensiva corporativa - è stata la seguente: NOI NO CI ENTRA GNENTE!11! À SISTEMA KE DECIDE COSA Y COME NOI SPEDISCIE!1!!
Cioè, fammi capire: io dovrei credere che - nell'ambito della maggiore e più tecnologicamente avanzata organizzazione di commercio online - un sistema informatico assegnerebbe compiti e/o mezzi per portarli a termine così, ad mentula canis, senza minimamente prendere in considerazione quegli insignificanti parametri quali: tipologia, valore ed eventuale fragilità delle merci da spedire?
Perché, se davvero è così che stanno le cose, delle due l'una: o siete voi che non capite un cazzo ergo fate finta di non capire e prendete costantemente fischi per fiaschi oppure chi ha programmato il sistema è un deficiente integrale o peggio, un sabotatore che sta operando per cagionare quanto più danno possibile al suo donatore di stipendio.
È vero che a questo mondo tutto può essere ma rimango della mia opinione che il 99% dei guai di questa amena organizzazione dipenda invece da cattiva volontà ergo dalla più assoluta mancanza di applicazione ed iniziativa, perché una macchina potrebbe anche prendere fischi per fiaschi ma tu sei davvero così coglione da darle retta, quando hai fisicamente la merce per le mani e ti rendi conto che non è fattibile spedire - che so - un citofonino da 3 piotte dentro una bustina di cartone?
Evidentemente la ragione è che non te ne frega un cazzo di quel che stai facendo, vuoi solo fare numeri, tanto se poi le cose vanno a puttane a te che te ne importa, mica ci rimetti di tasca tua, né?
Ecco, questo è il vero problema che in Amazon Eatalia non è mai stato opportunamente indirizzato, nonostante tutta la (apparente) filiera di controlli che ufficialmente monitora ogni passaggio lavorativo in azienda: chi fa cappellate non ci rimette mai, a meno che non la faccia talmente sporca e plateale da essere beccato in flagrante.
Fai che - quando ti torna indietro la roba perché danneggiata, guasta o addirittura errata - il responsabile del procedimento debba risponderne personalmente. Scommettiamo che in capo ad una settimana torna tutto a funzionare in maniera specchiata come nei bei giorni del 2010, quando Amazon aprì la prima filiale in Eatalia?