domenica 12 agosto 2018

Se penso che per questi c'ho pure rimesso l'account...

Avrei una voglia insana di malmenare qualcuno ma dal momento che non me la posso prendere col primo che capita - anche perché in quel caso dovrei uscire di casa per andare a cercar rogne, visto che non mi posso certo sfogare con la gente di casa - stavo quasi pensando di picchiare la testa contro lo stipite della porta fino a perdere conoscenza, così magari - quando e se mi riprendo - rinsavisco o raggiungo definitivamente l'oblio e non ci penso più.

Vedete l'immagine qui in alto? È la copertina del numero - attualmente in edicola - della rivista cui si richiama un certo qual gruppo su fèisbuk; sì, sto parlando proprio di quel gruppo dove la mia (seppur) breve militanza all'interno del quale mi è costata le attenzioni (tutt'altro che cercate o desiderate) dei sysop della piattaforma con tutto quello che ne è seguito, ivi compresa la messa al bando temporanea e la conseguente clandestinità del sottoscritto, il cui profilo (e bacheca, post, frizzi e lazzi) non è più pubblicamente raggiungibile.

Ordunque, se da una parte questa cosa è servita ad aprirmi gli occhi, dall'altra è stata fonte di una pletora pressoché infinita di rotture di coglioni che non vi dico, non ultima quella di dover postare per... interposta piattaforma onde evitare che qualcuno di cui non posso fare il nome ed i suoi scherani possa mettere bocca e/o sindacare, come ho già ribadito in altra sede.

A questo punto immagino abbiate intuito dov'è che voglio andare a parare perché sì, alla fine, spinto da quella che s'è rivelata, per l'ennesima volta, una insana curiosità, l'ho acquistata, 'sta rivista demmerda ed ho appunto scoperto che sta alla storia militare come il canale televisivo cui si richiama sta alla scienza: sensazionalismo per bimbimimkia, tante immagini colorate e un sacco di inesattezze, praticamente il palcoscenico per tanti sedicenti "esperti" che così possono dare la stura alla loro personalissima (e personalistica) visione della storia e/o della tecnica.

Voglio anche capire che, trattandosi di una rivista destinata al grande pubblico, non si voglia scendere troppo nel dettaglio o nei tecnicismi però, porcocazzo, giusto nei giornalini destinati ai bambocci si possono leggere resoconti così tirati via e poco approfonditi.
Per fare un paragone abbastanza calzante, era molto più seria e scritta meglio la famigerata Commando degli anni '80, con tutto che non aveva - né pretendeva di avere - velleità di pubblicazione per addetti ai lavori essendo indirizzata espressamente ad un pubblico di adolescenti interessati ma non ancora strutti nella materia, per non parlare degli inserti "enciclopedici" del Il Giornalino (sì, proprio quello: il settimanale a fumetti dei preti!) che erano scritti veramente cum grano salis ancorché destinati ad un pubblico di minori, anziché di minorati!

Però devo dire che anche questa cosa è servita in definitiva ad aprirmi gli occhi: adesso so cosa non devo cercare in edicola e posso risparmiare i miei sudati (e sempre più scarsi) quattrini, visto che questo scherzo di rivista, tra le altre cose, sfoga ben SEI pleuri et NOVANTA centesimi, che non so' proprio un cotillon!

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