lunedì 25 ottobre 2021

Non c'è più bisogno di sforzarsi di disincentivare il commercio elettronico...

 


...perché sta già facendo un lavoro egregio per suicidarsi!

Non so per voi, ma per me non c'è niente di più stimolante, per iniziare una nuova sfolgorante settimana, che essere inchiappettato senza vasella e pure dopo lunga, lunghissima attesa, così il piacere raddoppia.

Ovviamente parliamo di incauti acquisti sul web, ben due di fila, a dimostrazione che evidentemente non se ne ha mai abbastanza e comunque sia, quando mi inculano giustamente voglio godere e se la prima volta non va, ritenti.

Tornando a noi, l'ultimo contenzioso è sorto per l'acquisto di un set di dadi speciali come quelli che vedete in alto. Il primo, acquistato con un'offerta ca nun se può rrifiutari sulla piattaforma di quel gran cazzaro di Marco Montesuccaro, una delle sue - effiguriamoci - inserzioni anali sponsorizzate e che, in quanto tale, s'è tradotta per l'appunto in una brutale inserzione rettale perché la roba non è mai arrivata.

Il secondo set l'ho acquistato (per pura tigna) sulla piattaforma di e-commerce più grande del mondo (sì, ma solo da questa parte dell'emisfero), sì, proprio quella che un tempo faceva capo a Jeff Bezos e che, come ho già avuto modo di segnalare proprio su questa pagina, ultimamente fa a gara con i famigerati cinesi su eBay a chi appioppa le sòle più dure.

Praticamente ora vendono fondamentalmente morchia Made in Han Empire e per di più a carissimo prezzo ma soprattutto senza alcun controllo sulla qualità e della merce e del venditore - quando questi è un "associato" o terzo e non un loro diretto fornitore.


Risultato: ho aspettato più di un mese per vedermi recapitare quello che vedete qui di fianco.

Ora provate a trovare le differenze tra le due foto.

Sì, lo so: aspettarsi di avere un prodotto esattamente come pubblicizzato di solito è una pia illusione, come ben ci insegna McDonald's ma qui siamo andati veramente oltre.

Altro che dadi di (cito) resina effetto vetro superficie cristallina e liscia, ergo artigianato creativo, meticolosamente realizzato dal designer con ingegneria di precisione, qui abbiamo dei dozzinali pezzi di plastica traslucida stampata, di quelli che in Italia sono fuori mercato da almeno 15 anni!

Ma la cosa più bella è che me li hanno fatti digerire 5 fottutissimi pleuri/cadauno quando con 5 pleure ne potevo comprare un set completo in VERA resina in qualunque hobby store o negozio di giocattoli!

Ah, ma il bello è arrivato pochi minuti fa, mentre scrivevo queste righe: il venditore si è fatto vivo - a risposta delle mie credo più che giuste rimostranze - con la seguente, salvifica offerta: 5 pleure di rimborso per il mio disappunto e amici come prima.

A parte che io amici come questi non ne voglio nemmeno se mi pagano, dopo una zozzeria del genere (testimoniata fotograficamente, a scanso di equivoci e a beneficio dei SysOp di Bezos) il minimo sindacale che mi aspetto è un rimborso completo e con una lettera di scuse.

Ovviamente non gliel'ho mandato a dire ed ora sto aspettando la risposta esattamente in tal senso.

Va da sé che se non dovesse arrivare, romperò le palle per l'ennesima volta al (dis)servizio clienti e lascerò che siano loro a sbrogliarsela. Dopotutto Amazon è responsabile in prima persona per la roba che vende e dovrebbe (condizionale più che mai obbligatorio, in questi casi) tutelare l'utOntO da millantatori, cialtroni e turlupinatori che invece - a quanto pare - oggi pascolano sulla piattaforma senza problemi, così come un tempo facevano su eBay (casualmente, prima che dai 'merrikani la proprietà passasse agli "europei").

Qui, invece di andare avanti, stiamo tornando indietro a grandissimi passi e come dicevo nel titolo, non ci sarà più bisogno di inventarsi supercazzole prematurate con scappellamento a derecha come hanno fatto finora al governo per mettere un freno ai "colossi del web", perché si stanno castrando da soli con pratiche commerciali da bottegai di bassissima lega, tant'è che anch'io sto pensando di tornare all'antico e andarmi a cercare la roba direttamente in negozio, su strada, almeno posso constatare con mano di che si tratta, prima di sborsare quattrini.

E in quanto ai prezzi?

Che differenza c'è ormai, tra l'Italia dell'era pre-internet e quella di oggi, visto che - con le politiche predatorie dell'attuale Regime e quelle protezionistiche imposte da "Bruxelles" - ti sgrassano direttamente all'origine, se provi ad acquistare qualcosa direttamente alla fonte?

Tanto vale pagare direttamente i borsari neri nostrani, almeno non devi aspettare le calende greche per avere la roba o meglio ancora: meglio non comprare più un cazzo e tenersi i soldi in saccoccia (e comunque non in banca, visto che siamo a rischio più che concreto che la troika ci svuoti i conti correnti da un momento all'altro).

W l'Italia!

lunedì 18 ottobre 2021

L'ultima frontiera di Amazon...


 ...la vendita di materiale avariato ergo di quelli che potrebbero essere definiti al meglio fondi di magazzino spacciandoli come vantaggioserrime offerte e sperando che l'utOntO non solo ci caschi, ma che se le tenga pure in virtù del prezzo scontato pagato.

Non è infatti la prima volta che mi capita di acquistare materiale, per lo più cartaceo, che improvvisamente viene svenduto sul sito, salvo poi ricevere una copia che definire Ecce Homo sarebbe un eufemismo.

Certo, qualche (rara) volta, l'occasione c'è davvero, magari di tratta di poche copie rimaste ad occupar spazio in magazzino che, pur di liberarsene, vengono vendute con un forte sconto ma, nella mia recente esperienza (12 mesi, più o meno) il più delle volte questo non è il caso e quello che ti viene venduto come nuovo è in condizioni tali da non poter essere immesso sul mercato come tale.

Che poi, dico: ma visto che la compagnia ha un apposito dipartimento che si occupa di rimettere in commercio resi ed usati ricondizionati - i famigerati Amazon's Warehouse Deals - ci vuole poi tanto, anziché tentare di prendere per il culo i clienti, rimettere in vendita queste copie fallate, debitamente scontate (ovvio) ma riportando chiaramente che si tratta di materiale in buone/ottime condizioni e quindi non in condizioni pristine?

Sarebbe come minimo più onesto ma soprattutto, visto che l'acquirente è stato avvisato, se uno decide di acquistare il prodotto sa benissimo che non gli arriverà nuovo di pacca ma con qualche difettuccio, magari solo cosmetico, che non influisce sulla fruibilità dello stesso.

Invece, ordinare un prodotto come nuovo e vederselo recapitare bello usurato non credo proprio che renda il cliente soddisfatto, tutt'altro. Almeno per quanto mi riguarda, è una cosa che mi urta ferocemente il cazzo, sicché i resi poi si sprecano.

Quest'ultimo caso in oggetto non fa eccezione: libro venduto con un discreto sconto come ultima copia disponibile, acquistato al volo sabato scorso e recapitato stamane. Le condizioni potete vederle da voi. 

Certo, non è nulla di trascendentale e se me lo avessero venduto come usato non avrei avuto nulla da ridire.
Ma dal momento che me l'hanno venduto come nuovo, allora no, perché in quel caso pretendo che sia nuovo e intonso, non ammaccato e con la copertina increspata.


Sicché, anche questo riprenderà quanto prima la via del ritorno al mittente.

Tra l'altro, c'è un'altra cosa che mi manda letteralmente in bestia ed è la voce, tra quelle disponibili quando fai il reso, del cambio merce con una copia dello stesso articolo.

Come fai, mi domando e chiedo, esimia testa di minchia, ad effettuarmi il cambio merce se quella che ho tra le mani è l'ultima copia disponibile a magazzino?
Aspettiamo fino a quando, se e forse ne arriva un altro carico o più prosaicamente mi rispedisci la stessa, identica copia, sperando che diventi improvvisamente cieco e stupido e non me ne renda conto?

O forse devo dedurre che in realtà i rimpiazzi ce li hai già disponibili e tutta questa manfrina è stata per l'appunto l'ennesima trovata per fare l'utOntO becco e contento e liberarti della morchia?

Ai posteri, come sempre, l'ardua sentenza.

martedì 5 ottobre 2021

Qui finisce la tua vita e comincia L'ORRORE!

 Che ci crediate oppure no, ieri ho davvero pensato di essere diventato improvvisamente il protagonista del remake de Il Seme della Follia, perché giusto di follia si tratta.

Per fare una storia lunga breve, nella speranza che abbiate già letto i capitoli precedenti, l'ultimo dei quali postato non più tardi di 48 ore fa, avendo per le mani parecchie incombenze e nessuno cui delegarle, ieri mattina ho preso il coraggio a due mani, ho impugnato le canadesi (le stampelle, non due fighe nordamericane) e mi sono arrampicato zoppicon zoppiconi fino al negozio della mia amica Stefy che sulla scia della teribbuli pandemeea ha deciso di... ampliare l'attività diventando un punto di ritiro per spedizioni in uscita e in entrata per i maggiori spedizionieri operanti sul territorio italico.

Per fortuna è di strada per le altre faccende, quindi lo sforzo aggiuntivo sarebbe stato minimo, anche perché tutto il lavoro per la famigerata Operazione Sealion l'avevo già fatto io a casa.

Dal momento in cui ho messo piede nella bottega, è finita la mia vita ed è iniziata la follia pura!

Tanto per cominciare, riapri il pacco perché l'UPS i documenti li vuole fuori (quando ho acquistato la spedizione, le istruzioni erano di allegare i documenti nel pacco e se l'italiano vale ancora qualcosa, questo a casa mia vuol dire dentro lo stesso, altrimenti mi devi dire di allegarli al pacco); dopodiché, mi viene detto che occorre farla in triplice copia ❗e che mancano ancora la dichiarazione di Washington e la copia dei documenti intendendosi per tali carta d'identità e codice fiscale❗❗

A questo punto gliel'ho chiesto chiaramente: no, dico e una fetta abbondante de culo, no?

Cioè ma vi rendete conto?

Tutta 'sta manfrina per spedire un cazzo di libro in Albione!

Colmo di sfiga, sempre per i cazzi della dichiarazione doganale, il portadocumenti l'ho lasciato a casa, sul tavolo.

Quindi aritorna de corsa (si fa per dire) a casa, scansiona il tutto e rispedisciglielo immantinentemente per e-mail altrimenti è cazzo e tutt'uno.

Che poi, dico: la dichiarazione per il CITES l'avevo già sottoscritta nella documentazione di sdoganamento, perché cazzo devo riscriverla a mano tra l'altro, a maggior ragione visto che il si tratta di un libro, cazzomannaggia, non di un tomo in folio rilegato in pelle di minchia di rinoceronte col titolo in caratteri scolpiti nell'avorio!?

Non è dato saperlo.

Insomma, alla fine, tra spedizione, stampa di carte ed etichette, fotocopie delle stesse e il gran cazzo che se li fregasse tutti quanti, 'sta storia m'è venuta a costare qualcosa come il 20% in più di quanto preventivato (e regolarmente fatturato al cliente) ma quel che più m'offende è che di tutta 'sta manfrina, sul sito del fottuto Gestore delle Spedizioni di eBay non c'è traccia. Io mi sono attenuto a quello che mi hanno detto loro quindi, a questo punto, se invece di consegnarlo, 'sto pacco l'avessi fatto ritirare a domicilio, fermo restante che tutta la procedura sia sufficiente e necessaria, me lo dite voi cosa cacchio sarebbe successo?

Manco a dire che posso chiederlo alla UPS (perché alla fine sono loro che richiedono tutta 'sta cartaccia) perché mi ci manca solo di farmi derubare dal loro (dis)servizio clienti, visto che non ha un numero verde ma un numero a tariffazione speciale.

E l'omo (non) campa...

domenica 3 ottobre 2021

Questi grandissimi figli di Merkel!

 Manco a farlo apposta, questo post è a corollario o se preferite a continuazione del precedente, perché ci sono stati interessanti sviluppi.

Nello specifico, visto che - come dicono ad Oxford - adesso mi sono veramente rotto le palle di perder soldi e clienti per le puttanate di eBay, ho deciso di prendere il bue per le corna ed ho chiesto al mio ultimo acquirente di inviarmi gli estremi di un documento per lo sdoganamento della merce, tanto per quanto riguarda dazi e balzelli lo hanno già spremuto ab origine, per così dire.

Costui mi ha fatto giustamente notare di aver effettuato acquisti di recente dalla Lusitania e dalla Iberia e tutte 'ste fresche non gliel'hanno mai chieste.

Al che mi è sorto un dubbio atroce: ma stai a vedere che tutte 'ste manfrine ce le abbiamo solo noi, infimi sudditi di Re Sergio e del dvce Conte Drakulia?

E stai a vedere che queste novelle, improvvide restrizioni i crucchi le hanno imposte solo a noi?

Perché, stranamente, questo bruttissimo andazzo ha preso il via in concomitanza di due eventi: l'acquisizione da parte della Grosse Deutschland di eBay e il golpe del sicario di Bruxelles e della sua masnada di yes men.


Tra l'altro, un'altra bella... anomalia che ho riscontrato è che il (dis)Servizio di Assistenza Clienti, che è da sempre stato gestito da call center nazioAnali, da qualche tempo a questa parte - ma a quanto pare solo per quanto riguarda l'Italia - viene gestito da quello che è un vero e proprio muro di gomma situato in Epiro, che cor'cazzo che prende decisioni, bensì si limita a menare il can per l'aia ergo ad aspettare che le decisioni le prendano altri, casualmente situati in Gallia Transalpina e Grosse Deutschland.

Da quando, visto che il venditore si trova nel Belpaese, dovrebbero avere la preminenza su un contenzioso quelli dell'altra parte (che per l'appunto sono tutti nazionali e non servili schiavi extra-UE)?

Comincio seriamente a pensare che qualcuno in quel di Berlino abbia deciso di segarci le gambe, alla faccia della globalizzazione, del liberismo e del mondialismo de'stocazzo, se no tutte queste... differenze di trattamento come si spiegano?

Ovviamente, se qualcuno ha prove provate del contrario ergo mi può riportare le sue esperienze dall'estero a tal proposito è il benvenuto.


Ma che bel parterre di leccaculo...

 ...che sto vedendo in questo momento al TG, l'evento: l'incoronazione di El Donaldo quale divo supremo degli Stati (dis)Uniti d...