Ho
appena sentito questo emerito imbecille del (dis)onorevole Daniele
Belotti, che a RadioConfindustria (il che è tutto dire) da bravo
legaiolo bergamasco, se n'è uscito come le scoregge con la sua nuova
proposta di legge liberticida e ammazza-mercato ad usum soliti
bottegai, con lo scopo dichiarato di colpire "le inique
piattaforme online" (leggi: Amazon) che stanno a
suo dire uccidendo le librerie con la loro scontistica abnorme
(?) e che propugna quindi una drastica riduzione (per non dire
l’annullamento tout court) degli sconti sui libri, ovunque siano
acquistati.
Ora,
è vero che in Itajia hanno tutti la memoria corta ma vorrei
ricordarvi che la legge ammazza-Amazon esiste già:
è la (dis)pregiatissima Legge 128/2011 approvata niente meno
che dal liberale govern(icchi)o Berlusconi esattamente con lo stesso
intento dichiarato (salvare le librerie e l’editoria dalla tirannia
di Bezos) e che invece anche i sassi sanno che è stata promulgata
Cicero pro domo Mondadori, visto che fu scritta su misura
per le politiche di vendita della casa editrice del biscione ma
soprattutto sulla scontistica applicata nei suoi punti vendita,
online e su strada ma che – come tutte le pensate dei berluscones
da 25 anni a questa parte – gli si è immancabilmente ritorta
contro, perché se sei un bottegaio paraculo e peracottaro, puoi
agevolarti di tutte le norme ad personam (anzi: ad
minchiam) di questo mondo, ma alla fine ti si ritorceranno sempre
contro, quando la concorrenza che vuoi ammazzare è comunque più
strutturata ed efficiente di te.
Evidentemente
la lezione non è bastata, quindi adesso, con la scusa di difendere
le piccole librerie, ecco che ci riprovano.
Tra
l’altro, già dall’esposizione di questo bel tomo in radio, si
capisce che non ha capito un beneamato cazzo di come gira il mondo,
ergo che stava sparando cifre a caso, perché – e questa è tutta
da ridere – l’unica catena di librerie che applica sul
cartaceo (perché di questo – tecnicamente – si sta
parlando) sconti al di fuori della legge è proprio quella
della famiglia Berlusconi!
Amazon
infatti si attiene scrupolosamente allo sconto di legge
(e nemmeno sempre, tra l’altro) del 15% e solo sugli e-book
pratica sconti superiori, che arrivano anche al 90% ma d’altronde,
gli e-book sono (fortunatamente) fuori dalla normativa vigente, così
come – secondo la stessa legge – Amazon, essendo editore
di buona parte dei libri in formato digitale (e non solo) che vende,
può applicare sconti superiori, a titolo promozionale,
esattamente come è data facoltà di fare a tutti gli editori.
Quindi,
la vera pregunta, a mio parere, è questa: perché gli
altri editori non si
comportano allo stesso modo ma anzi non scontano un centesimo manco a
dargli fuoco?
La
risposta la lascio a voialtri, perché una mia idea ce l’ho ma dal
momento che non ho la verità rivelata in saccoccia la tengo per me.
Tornando
a bomba, a mio modesto parere e secondo la mia modestissima
esperienza, la ragione prima ed ultima sul perché le librerie
chiudono non è per la sleale concorrenza del mercato
online ma per tutta una serie di cause che dipendono proprio
dalle librerie e da chi le gestiste; in primo luogo, perché – con
le dovute, notevoli eccezioni – si comportano come beceri bottegai:
non offrono alcun servizio.
Avete
mai provato a restituire e/o cambiare un libro presso una “piccola”
libreria?
Quanto
avete dovuto litigarci per questo?
Le
grandi catene – sia su strada che online – questa cosa non solo
non te la fanno pesare ma la prevedono espressamente!
Secondo
punto e forse più dirimente: una volta in libreria a meno che non si
trattasse di libreria specializzata (e che quindi di per sé ha un
mercato selezionato e specifico), trovavi di tutto e stante
l’assenza di un mercato online – che ancora non esisteva – il
libraio era comunque in grado di ottenere quasi sempre quello
che volevi a stretto giro di posta.
Oggi,
tutte le librerie hanno tutte la stessa, identica roba:
morchia pubblicata dalle major dai soliti noti e sempre e solo
quella!
Se
vuoi qualcos’altro, alla fine, sempre al mercato a distanza ti devi
rivolgere, ovvero devi – se ti fanno questo immane favore –
chiedere al bottegaio di fare un ordine apposta per te.
Dal
che si deduce che, se comunque quello che voglio devo
ordinarlo, ma chi me lo fa fare di farmi un’altra amena passeggiata
(a meno che non voglia farlo per mio piacere personale o per farmi
due chiacchiere) quando ordinandolo alla casa editrice online ergo su
qualunque altra piattaforma, me lo ritrovo a casa nel giro di 27/72
ore?
In
realtà, spiace anche a me – e molto – che alcune librerie
abbiano chiuso, perché non lo meritavano e perché non sono
state ammazzate dal e-commerce ma da uno Stato rapace e presuntuoso e
da grandi case editrici (Mondadori in primis) che di fatto
strangolano la gente imponendo di prepotenza le condizioni di
vendita e/o di mercato, ovvero dai proprietari delle mura,
altrettanto se non più rapaci di case editrici e Stato, che hanno
preferito lucrare sui canoni di affitto, impedendo de facto
alle piccole attività commerciali (tutte le piccole attività)
di campare a tutto vantaggio delle grandi catene e delle
multinazioAnali che possono tranquillamente permettersi di pagare un
canone triplicato quando non si comprano il locale
direttamente!
Lo
so che sono uno che campa di vane speranze ma voglio, per una volta,
sperare che in seno al Parlamento prevalgano menti che ragionano,
anziché i soliti malpanzisti obnubilati dall’astio che
provano per qualunque cosa non sia sotto il loro diretto controllo,
perché di puttanata (la summenzionata Legge 128/11) ne hanno
già fatta, evitiamo magari di farne un’altra, perché – se non
l’avessero ancora capito – con questa boiata del Belotti,
pianteranno altrimenti l’ultimo chiodo sulla bara del già
moribondo mercato italiota del libro, visto che – come piangono
tutti dall’alba al tramonto – già qui si legge poco,
figurati se togliamo pure quei due spicci di sconto che applicano
oggi!
P.S.
- dimenticavo un’altra castroneria sparata dal Belotti, quella sul
fatto che norme ammazza-Amazon o ammazza-major esistono
già anche in altri paesi, come (effigurate!) nella Gallia
inFelix… sì, è moderatamente vero ma si è
dimenticato, il Belotti, che nella Gallia Transalpina i libri costano
non dico la metà ma molto, molto meno che da noi e che anzi, proprio
in virtù di questo… favore a norma di legge, il governo ha…
chiesto (diciamo così per carità di patria) di tenere
bassi i prezzi della carta stampata, perché un conto è
aiutare le librerie a non chiudere, altro paio di cojoni è
autorizzare le case editrici a lucrare schifosamente a danno
dell’utOntO finale, sicché...
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